martedì 24 marzo 2009

REALE
Sono nato 12 anni fa a San Giorgio in un ospedale molto spazioso.
Quando sono nato c’erano molti miei familiari ad aspettare la mia nascita, per lo meno cosi mi hanno detto i miei genitori. Dopo 2 o 3 giorni di ricovero ospedaliero siamo andati a casa a Portici.
Qualche domenica dopo mi hanno portato a casa di mia nonna e mi hanno fatto tutti una gran festa, si sono messi a ridere e giocare.
Dopo un anno ho iniziato a gattonare, la cosa buffa è che mi sono messo a camminare presto e a parlare tardi, a 3 anni, e la prima parola che ho detto è stata “biscotto”.
Un evento divertente per me, ma non per mia madre, fu che a 2 anni stavo iniziando a colorare e ci stavo prendendo gusto allora mia madre mi ha comprato molti pennarelli, pastelli,ecc .Una volta però mi lasciò da solo nella sala da pranzo e disegnai sul muro un treno enorme. Lei si disperò, mentre io ridevo.
A 3 anni mi dovetti trasferire da Portici perché mia madre lavorava a Napoli, era incinta e voleva anche stare più vicina alla famiglia. Che divertimento trasferirsi. Quando mia madre non c’era io e mio padre facevamo un sacco di guai : lavavamo il pavimento a modo nostro, buttavamo un intero secchio d’acqua sul pavimento e dopo pulivamo con la scopa, meno male che mia madre non ci scopriva mai.


INVENTATO
In realtà sono nato nel 1954 e 2 scienziati venuti dal futuro mi hanno trasportato nel tempo fino al 2030. Ero il ragazzo più sfortunato del mondo perché nel 2030 il mondo era governato da un dittatore, una specie di Hitler. Di lui non si conosceva né il vero nome né l’ aspetto, si sapeva che veniva chiamato Ade e si conosceva anche il luogo in cui si riuniva con i sui soldati.
Si faceva chiamare Ade perché si credeva potente come un dio e poi perché uccideva tutte le persone che gli capitavano a tiro: ebrei o cattolici non faceva differenza, risparmiava solo chi si metteva ai sui ordini.
Nel mondo non c’era spazio per persone con libertà di parola o di credenza ma solo per burattini di un uomo immaturo che non si preoccupava della vita degli altri e ammazzava per divertimento. Le uniche persone libere erano quelle che appartenevano ad una specie di società segreta (tipo la Giovane Italia) detta l’Organizzazione. Chi veniva sospettato di farne parte, anche se era solo un parente o un amico di uno di loro, veniva torturato e alla fine ucciso in un modo disumano.
Appena portato in questo tempo mi hanno fatto studiare tutti i particolari del cosiddetto Ade e mi hanno addestrato a mentire e ad uccidere una persona di nascosto.
Ogni giorno pensavo perché io, perché proprio io.

Simone Paesano

1 commento:

  1. Secondo me, la prima storia è originale e anche un pò divertente. Ma riguarsdo alla storia irreale Simone ha un pò troppa fantasia.


    Deborah Presutto

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