martedì 24 marzo 2009

Autobiografia: La scuola

Elena Gianini Belotti, Pimpì oselì, Milano Feltrinelli 2002

Come ci si comportava a scuola
Gli scolari sono sessanta, come nelle altre classi. Il primo giorno di scuola la maestra ha assegnato i posti nei banchi, in ordine crescente di altezza: nella fila di sinistra le femmine, in quella di destra i maschi… In un angolo sul fondo, contro il muro, c’è il banco degli asini, nell’ultima fila i ripetenti
La signorina maestra passeggia su e giù per la classe e lascia dietro di sé una scia profumata di gelsomino. E’ bella la maestra, agile, snella, si muove di slancio, i polpacci frementi, come se fosse sempre sul punto di spiccare una corsa…
Per giorni e giorni spiega come ci si comporta a scuola: si entra senza far chiasso e con la bocca chiusa, si ripone la cartella sotto il ripiano del banco, ci si siede composti, le mani in prima ben distese e una accanto all’altra e si resta fermi e zitti. Lei sta ritta sulla cattedra, la mano sinistra sullo stomaco, la destra a mezz’aria sulla fronte – si deve sentire volare una mosca, dice – in attesa di dare inizio, con il segno della croce, alla preghiera del mattino.
All’appello si risponde “presente”scattando in piedi e alzando il braccio destro. Tutti confondono la destra con la sinistra, lei si ostina invano ogni giorno a farli esercitare perché arrivino a distinguere un braccio dall’altro. Insegna anche la buona creanza: quando la maestra entra in classe, ci si alza in piedi tutti insieme, si aspetta che ordini: seduti! E si risponde: grazie.(…)
I craponi che vengono a scuola solo per scaldare il banco, fanno scena muta all’interrogazione, si ostinano a parlare in dialetto,prendono insufficiente nei compiti o si addormentano mentre la maestra spiega, vengono esiliati nel banco degli asini. (…) Quando si arrabbia con chi fa chiasso, fa il burattino , parla col compagno di banco, allunga sberle che spellano la faccia – le levate dalle mani,voi, le sberle, grida. Più spesso usa appendere sulle spalle del colpevole un cartello con scritto : “asino” e lo manda in giro per la classe: i compagni sono autorizzati a ridere di lui finché la maestra non dice basta.




Domenico Starnone, Solo se interrogato, Milano Feltrinelli 2002

Autobiografia della vita scolastica

Andare a scuola fu per me innanzitutto un’espulsione subdola e violenta dalle pareti domestiche. Cominciai con qualche sortita in quello che all’epoca si chiamava asilo. Ricordo di quel posto solo il senso di abbandono , il panierino con le scodelle unte e i pianti che mi facevo senza strepiti, senza smanie, immobile, mentre certe bambine senza lacrime mi pettinavano e mi fermavano i capelli con le loro mollette.
Poi passai alle elementari. Il primo giorno di scuola nitidamente anticipato da lunghi preparativi domestici: mia madre mi cucì una cartella di tela grigia; mio padre ci dipinse da un lato un Pinocchio. Ma con quella cartella anomala dovetti apparire così diverso, che l’esperienza del primo giorno delle elementari è sintetizzata, nella memoria, soltanto da un forte desiderio di invisibilità. L’invisibilità più a portata di mano mi dovette sembrare subito il rispetto assoluto delle norme imposte dalla maestra. Infatti dopo le prime punizioni, dovute non al cattivo carattere, ma all’inesperienza, abituai il corpo all’immobilità nel banco, la bocca al silenzio e il cervello a pensare solo ciò che la scuola mi diceva di pensare. Da questo i maestri dedussero che avevo una particolare attitudine allo studio.
Mi convinsi presto che andare a scuola significava vivere annullandosi. Più facevi finta di non esserci, più ti lodavano con nomignoli e diminutivi.

26 commenti:

  1. per me il metodo con cui trattavano questi bambini non era quello giusto
    FLORINDA PIGNOTTI

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  2. L'impressione che mi ha dato questo racconto è stata che gli alunni non avessero più controllo delle loro azioni cioè che venivano usati come burattini dagli insegnanti
    Simone Paesano

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  3. Per me invece gli insegnanti avevano un metodo inadatto per far rispettare le regole della scuola

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  5. La scuola di un tempo era molto severa,soprattutto con gli alunni.
    I professori erano molto severi e facevano ingiustizie.

    Chiara Sanges

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  6. Secondo me la scuola di oggi è più tollerante verso gli alunni perchè noi possiamo partecipare di più rispetto a tempo fa.Non solo,ma oggi se andiamo male non vemiamo umiliati davanti alla classe.
    ANTONIO GROSSO

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  7. La scuola di oggi è molto organizzata rispetto alle scuole di un tempo,i ragazzi sono mal trattati e ora,invece sono molto più bravi anche troppo.
    Rosaria Mellone

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  8. La scuola di oggi da molte opportunità riguardo la vita scolastica degli alunni rispetto alla scuola di un tempo.

    Stefania Sanges

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  9. Il primo brano che abbiamo letto ci ha dato l'impressione di una scuola molto rigide,con il rispetto delle regole molto accentuato mettendole al primo posto.
    Gli insegnanti avevano il permesso di picchiare gli alunni,questa ci sembra una legge crudele,severa,incivile e inaccettabile nei confronti dei piu piccoli perchè è un metodo inadatto per far rispettare le regole della scuola.
    Se ai nostri giorni capitasse una cosa del genere mi sà che risponderemmo con la stessa moneta come dice un vecchio detto "occhio per occhio dente per dente",e questo è accaduto perchè quel rispetto e quell'educazione di quei tempi se ne andata insieme alla rigidità dei genitori che diventano ogni giorn sempre più flessibbili.
    Crediamo che se ci fosse un 50 e 50 tra rigidità e flessibilità da parte dei genitori e dei professori e ci fosse più educazione da parte nostra non ci sarebbero questi problemi di fraintendimenti.


    Alessandra,Emilia,Valerio,Anna,Gennaro

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  10. Prima le maestre e i professori erano più severi rispetto alla scuola dei nostri tempi

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  11. Siamo nati in un periodo fortunato,perchè la scuola ci offre una possibilità in più di svago e di comunicazione rispetto alle persone che frequentavano la scuola di un tempo,e non potevano dialogare durante la lezione come spesso facciamo noi.Altrimenti venivano puniti con sistemi duri.

    Martina Marzocca

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  12. La scuola di oggi serve anche per la nostra educazione.

    Rossella Nicolella

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  13. Penso che sia molto crudele il modo in cui venivano trattati i bambini, perchè è importante il rispetto reciproco tra maestri e alunni.
    Credo che questo modo di insegnare possa turbare gli alunni perchè sopratutto quelli piccoli sono molto condizionabili e si potrebbero chiudere in se stessi.

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  14. LA SCUOLA è noiosa. la prof.ssa Ambra:la scuola non è solo severino

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  15. Le punizioni di una volta erano molto severe , come le bacchettate sulle mani.Oggi no,perchè la legge vieta la violenza.
    Anche se alcune persone lo fanno ancora.

    Deborah Presutto

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  16. Il modo con cui gli insegnanti "trattavano" gli alunni era sicuramente sbagliato, non solo perchè si devono educare i bambini alla non violenza ma anche perchè lì si può traumatizzare con un metodo che probabilmente turba il loro equilibrio scolastico che perdono quando finiscono per non voler più andar a scuola.

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  17. Per noi , la scuola è anche un luogo per imparare oltre le materie come la matemaica anche,la compagnia cioè fare nuove amicizie.

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  18. Secondo me, anche se una volta non c'erano leggi contro i professori, che picchiavano i bambini per punizione, era un'ingiustizia, perchè la persona che subbiva era il/la ragazzo/a.
    Quindi anche se ancora oggi i bambini non si comportano bene, è giusto che ci sia una legge contro questo.

    Deborah Presutto

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  19. IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA
    Per arrivare nella nuova classe della prima elementare attraverso un corridoio lunghissimo pienodi lavoretti realizzati da altri bambini. Mentre passo per il corridoio vedo altre classi e bambini che mi salutano. Sono vestita in modo semplice con il jeans blu,la maglietta di Monella Vagabonda e le scarpe da ginnastica e infine il grembiule bianco che mi copre dal collo alle ginocchia. Arrivata in classe mi sono presentata a tutti i miei compagni e alla mia nuova maestra che è vestita in modo carino cioè con una gonna lunga fino alle ginocchia, una maglia a mezze maniche e delle scarpe basse. Dopo cirrca mezz'ora ho icominciato a socializzare con i miei nuovi compagne e dopo un pò faccio dei giochi divertenti come sacco pieno per inaugurare il primo giorno. Alla fine della giornata di scuola arrivano delle maestre di altre classi, si presentano e danno delle fette di torta a ciascuno di noi. La giornata è finita e tutti noi andiamo a casa felici e fieri della nostra nuova scuola. Martina Marzocca

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  20. Il mio primo giorno di scuola:
    Mi sono svegliata da poco e mi sono vestita con una maglietta bianca della Phard con le
    bretelle, un pinocchietto di jeans e dei sandali bianchi. Sono arrivata a scuola, e in classe ci sono tre professori, la prof.Cocca,il
    prof.Senise e la prof.Corrado.Mi siedo vicino ad Antonio che è un mio compagno dalle elementari. Ci sono anche altri miei amici delle elementari: Rossella,Stefania,Chiara,Tiziana e Marco. Oltre a loro ci sono altri che ho conosciuto prima: Rosaria,Martina,Rossella,Serena,Andrea,Alessandro.
    Adesso sono venuti anche altri professori e fino ad ora la più simpatica di tutti è la prof.Corrado Emilia che insegna inglese.
    E' vestita con un pantalone marrone, una maglietta beige e scarpe nere. Ha gli occhi castano chiaro, i capelli sono biondi ed è molto alta.
    Ora ci stiamo presentando uno alla volta .Ora sono quasi le 13:30 e il tempo è passato perchè abbiamo parlato e scherzato tutto il tempo.

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  21. Il mio primo giorno di scuola.

    E' il mio primo giorno di scuola delle medie spero che sia molto bello e divertente . Arrivo a scuola un pò in ritardo .
    Dappertutto vedo mamme davanti le porte delle classi . Nella mia classe ci sono molti ragazzi .
    C'è molta confusione . Entrata in classe mi siedo negli ultimi banchi rimasti . Sono vestita con un jeans viola , le scarpe da ginnastica nere e una camicetta viola .
    Osservo la classe in ogni suoi minimi particolari , noto che è molto grande . Ad un certo punto arriva la mia maestra delle elementari , ha una gonna lunga , una maglietta a mezze maniche e dei sandali alti .
    Dopo arrivano dei profesori come il professore Castaldo che mi fa ridere molto , vestito molto semplicemente con un pantalone e una camicia bianca .
    Arriva anche la professoressa di Pietro che ha un pacco di caramelle , che il perofessore Castaldo le mangia . Arriva anche la professoressa Corrado , la nostra professoressa di inglese , anche il professore Senise , il nostro professore di tecnologia . Alla fine della giornata me ne vado a casa molto felice , contenta e fiera della mia nuova scuola .

    Chiara Sanges

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  22. Il mio primo giorno di scuola.
    Il primo giorno di scuola media, è il 10 settembre.Pur paura di fare tardi mi sveglio all'alba,sono tutto agitato, prima di andare vado più volte in bagno.Questo giorno deve essere perfetto, voglio apparire al top ai miei amici,infatti mia madre lo nota subito e allora mi prerara gli abiti:maglia blu della magilla con le corone,jeans e scarpe sportive della nike.Mio padre mi accompagna a scuola, insieme a mia madre.Sono arrivato all'androne della scuola e vedo una signora bionda, la prof.Ambra Maria, lei sarà la mia prof. di italiano nella classe futura che sarebbe diventata la 1C.Salgo le scale, ho la tensione alle stelle, ma appena entro la mia tensione si azera.Vedo la prof. Cocca che sarà la prof. di matematica.Io mi siedo vicino a Marco un mio compagno delle elementari.La professoressa ci porta a vedere la scuola.Poi le ore si susseguono velocemente. Quando suona la campanella, sono felicissimo e molto entusiasto,perchè si ricomincia un nuovo ciclo

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  23. IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
    Uscita dalla porta della casa,busso a Noemi, perchè ci ervamo accordate ieri per andare a scuola insieme.
    Indosso la maglietta della charro e il pinocchietto blu.Sono molto emozionata, sento i brividi che mi vengono addosso.Arrivata a scuola vedo la professoressa Ambra che chiama ognuno di noi per formare la classe.Entrando in classe vedo Andrea piangere perchè non vuole stare a sephetos, ma a vusciola.Mi seggo vicino a Mariapia(anche se litighiamo molto spesso).HO sempre la bocca chiusa perchè ho i denti rotti, ma fortunatamente venerdì farò la ricostruzione.Mi sembrava che il primo giorno dovevamo studiare invece chiacchieriamo.Si presentano alcuni professori:DI pietro,Castaldo,Ambra e Corrado.
    Ho fatto amicizia con tutti gli ex bambini dell'Umberto,anche se già alcuni li conoscevo di vista:DEBORAH,STEFANIA,CHIARA,MARCO,MARTINA E TIZIANA.Perchè in quinta abbiamo fatto un incontro con loro.Tornata da scuola mia madre mi chiede se è andata bene il mio primo giorno di scuola,rispondo che è stato un giorno indimenticabile e non lo dimenticherò mai in tutta la mia vita

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  24. Il mio primo giorno di scuola.
    Stamattina arrivo in classe e chiusa nei miei pensieri.Mi vado a sedere in un banco da sola, poco dopo vicino a me arriva una bambina di nome Noemi Paone e io e lei siamo diventate subito amche.Le maestre sono molto brave, quelle di italiano ci ha portato a visitare la scuola.Io sono vestita con una maglietta rosa , con il jeans e le scarpe sportive.Le maestre hanno portato le caramelle in modo che le possiamo mangiare tutti.
    Io il mio primo giorno di scuola alle elementari lo porto sempre nel mio cuore, per le gradi emozioni che ho vissuto in quel giorno stupendo

    Rossella Nicolella

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  25. IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA:
    Stamattina scendo da casa con mia madre e vado a scuola.Sono vestita con un pantalone nero,una maglia rosa,il giubbino nero e le scarpe da ginnastica bianche.
    Fuori scuola c'è la professoressa Ambra ed io le ho chiesto dove devo dirigermi.
    Quando entro in classe mi siedo vicino a Chiara.
    Io sono molto turbata perchè ci sono ragazzi che non conosco.Dopo un pò è venuta la professoressa Ambra per raccontarci le cose della scuola.Dopo sono venuti gli altri professori a presentarsi.
    I professori che sono venuti a presentarsi sono la professoressa Di Pietro,la professoressa Corrado,il professore Castaldo.
    All'improvviso mi sento felice perchè è arrivata la mia vecchia maestra Vanda.
    Fuori dall'aula c'è un ragazzo che piange perchè vuole andare all'altro corso sperimentale cioè "Vusciola" ma la madre gli ha detto di no perchè deve stare a "Sepeithos",così lui è entrato in classe con il viso molto rosso.
    Quando torno a casa racconto tutto a mia madre perchè è curiosa si sapre cosa ho fatto a scuola.E' stato un giono bellissimo e non lo dimenticherò.


    Stefania Sanges

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  26. Mario ha detto...
    Il mio primo giorno di scuola elementare.
    E' il 17 settembre 2002 è una giornata calda, sono vestito con la divisa di scuola estiva, una maglia a mezze maniche bianca con un colletto a poo, e con un paio di bermuda neri con delle strisce bianche, avevo delle scarpe nere con segnetti bianchi, la scuola si chiama Nuovi Orizzonti, sono timido ma anche contento all'idea di conoscere tanti compagni.
    Il portonedella scuola è grigio chiario e mi da una sensazione di tristezza. Entro e vedo un bambimo che piange perchè non vuola andare a scuola mentre salgo vedo delle scale molto grandi. Entro in classee tutti i bambini si girano ma non mi conoscono e questo mi imbarazza.
    La maestra è bassa con i capelli marroni, snella e agile sembra nolto severa. Mi sto andando a sedere quando scivola e cado tutti i bambini mi prendono in giro sono seduto da solo e penso che nessuno si sarebbe seduto vicino a me ma poi un bambino si siede e mi chiede: << Come ti chiami? Perchè sei isolato?>> io gli rispondo: << Mario, mi sono seduto sa solo per paura che qualcuno mi prenda in giro>>. Lui mi dice:<< Se ti siedi da solo non farai amicizia>>. Io faccio finta di non sentire e penso che quando suona la campanella me ne voglio andare a casa e lui, quello che si era seduto vicino a me, si chiama Raffaele è castano non tanto alto, vestito anche lui con la divisa estiva e un po' simpatico, i minuti mi sembrano ore e penso a quando tornerò tornerò a casa.
    Dico alla maestra:<< Posso andare in bagno?>> anche se già ho un idea in mente e come penso: mi dice no. Suona la campanella sono felicissimo ora posso andare a casa e non pensare alla figuraccia che ho fatto.

    Mario Verrusio

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