martedì 5 maggio 2009

E ora proviamo a scrivere un breve racconto…
Qui di seguito diamo alcuni incipit per dare inizio ad una storia:

1- Tommaso era molto alto, magrissimo, a volte poteva sembrare un po’ strano, ma era anche il mio migliore amico…


2- Mi stupii che fosse venuta da me, la feci entrare. Volevo essere educata ma non gentile, le dissi di sedersi e aspettai che parlasse…


3- Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andato: ero semplicemente furioso

14 commenti:

  1. Rossella De Matteis5 maggio 2009 alle ore 15:17

    Tommaso era molto alto , magrissimo, a volte poteva sembrare un po strano, ma era anche il mio migliore amico. Con i suoi modi di fare le cose, tutte scombinate, con il suo modo di mangiare che faceva cadere il piatto dalla tavola.
    Eppure era il mio amico del cuore.Mi ricordo ancora, quando giocavamo a palla volo e lui non prendeva nessuna palla .Ma solo di una cosa non mi potevo lamentare :sullo studio era il più bravo della classe, prendeva sempre 10 e lode.Il suo voto peggiore era stato 9 e mezzo e quando lo aveva preso si era messo a piangere.La volta che mi fece essere l'amica più felice al mondo fu quando la mia peggior amica, Marta, chiese a Tommaso se poteva andare con lui alla festa di Michela, perchè si doveva andare in coppia maschio e femmina, ma lui rispose che doveva andarci con me, io per la verità non gli avevo chiesto niente.Marta fece tutta la faccia rossa .
    Alla fin fine, Tommaso per me, non era il mio migliore amico, ma qualcosina in più
    ROSSELLA DE MATTEIS

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  2. Marta era molto alta , a volte poteva sembrare un pò strana , ma era anche la mia migliore amica , tanto che anche in situazioni molto brutte riusciva sempre a tirarmi su il morale.
    Eravamo molto unite e avevamo un buon rapporto , eravamo inseparabili però a volte era propio strana , si inventava delle cose e poi quando capiva che stava sbagliando mi chiadeva sempre scusa.
    Però una volta nell'inventare le cose diventò molto pesante e allora litigammo.
    Non parlavamo più , non commentavamo più delle cose insieme , non ci pensavamo più.
    Questa lite continuò per molti giorni.
    A scuola noi eravamo compagne di banco , ma un giorno dovendo fare il cambio dei posti non ci ritrovammo più amiche di banco.
    Non si sapeva se lei fosse contenta di non stare accanto a me , però non so se le convaniva stare vicino ad una pazza.
    Dopo molti giorni smettemmo di litigare perchè ci dispiaceva a tutte e due e allora chiedemmo alla professoressa di cambiare di posto e di rimetterci tutte e due vicino e da quando smettemmo di litigare rimanemmo unite ed insebarabili.

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  3. Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andato: ero semplicemente furioso.
    mamma mi avevato vietato di avere un cane.
    Papà invece mi aveva detto di dirlo a mamma ma fu inutile, tanto aveva già deciso. Io mi chiedevo perchè non vogliono un cane?Per questo me ne ero andato a casa di mia nonna.
    Dopo 5 giorni mio zio, che ha una villa a castel volturno con 6 cani,2 gatti,3 galline, un gallo, e una capra, aveva trovato un cucciolotto appena nato per la strada e lo aveva preso, ma c'era il problema, di non saper dove metterlo perchè: la sua vera casa era piccola e gia c'era un cucciolo, nella villa invece c'erano cani grandi e potevano fargli del male. Allora papà aveva detto che poteva tenerlo per una notte.
    Portato a casa, mamma si era arrabbiata, ma quando le aveva detto solo per, una notte, si era calmata. Quella notte papà l'avava passata in bianco perchè il cucciolo aveva pianto perchè non voleva stare a solo.
    Il giorno dopo ero tornato, e vedendo il cucciolo,convinsi mamma a tenerlo un'altra notte e io la chiamai Cindy.
    Poi passarono giorni e il cane restò fino ad oggi, ma così mi sono dato una risposta alla mia domanda iniziale( perchè non vogliono un cane?)ora lo so: sporca in casa, deve essere portata a spasso tre volte al giorno e abbaia quando passa un motorino.

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  4. Tommaso era molto alto,magrissimo,a volte poteva sembrare un po strano,ma era anche il mio migliore amico.
    Tommaso aveva molti difetti come il fatto di non saper praticare nessuno sport però in compenso andava molto bene a scuola.
    La sua materia preferita era la matematica gli piaceva perchè gli riusciva tutto aveva come si suol dire un attitudine alla matematica.
    Io e Tommaso non litigavamo quasi mai ma quelle poche volte che succedeva ci mettavamo un paio di giorni per fare la pace.
    La cosa più antipatica di Tommaso era che se una cosa non gli piaceva o non gli andava di fare lui non lo faceva infatti la maggior parte delle volte che ci litigavamo era per questo motivo.
    La cosa più strana che ci è capitato fu in seconda media qundo eravamo andati al campo scuola e i nostri compagni ci spensero la sveglia e quindi,visto che il pulman arrivava molto presto.lo abbiamo perso e ci sono venuti a prendere dopo 2 giorni

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  5. Non pensai nemmenoa quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andata: ero semplicemente furiosa.
    Tornai a casa, e quando entrai ricevetti una telefonata ed era una mia amica che mi chiedeva come fosse andata l'intervista. Le risposi:"Malissimo!"
    -"Perchè??". A lei dissi la verità, che quel tizio mi aveva messo le mani addosso ma ero riuscita ad avere le informazioni che mi servivano.
    Tre giorni dopo si presentò l'avvocato del ragazzo nell'ufficio del mio capo, dicendo che non avrebbe pubblicato l'articolo perchè il suo cliente, dopo l'intervista non si ricordava più chi fosse perchè gli avevo rotto un vaso in testa. Quando l'avvocato se ne andò il mio capo mi chiamò e mi disse:"Sei licenziata!!".
    Allora mi diressi verso l'ufficio per discutere con lui e farmi riassumere ma l'unica cosa che ricevetti fu una porta in faccia.

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  6. Mi stupii che fosse venuta da me, la feci entrare.
    Volevo essere educata ma non gentile, le dissi di sedersi e aspettai che parlasse...
    volevo sapere cosa avesse da dire, ero curiosa di sapere quale assurda scusa si fosse inventata, ma questa volta sapevo che non l'avrei aiutata, perchè mi aveva deluso troppo.
    Dopo un lungo silenzio iniziò a parlare chiedendomi scusa e dicendomi che le dispiaceva molto di avermi deluso; ma quelle parole per me non avevano alcun valore, non avevano più importanza.
    Le chiesi di dirmi quale problema avesse questa volta, e le dissi che non si doveva aspettare una soluzione o un consiglio da parte mia.
    Pensavo di sapere cosa dovesse dirmi, quale problema avesse, ma aspettavo che lo dicesse lei.
    Appena iniziò a parlare incominciò a guardarmi fissa, uno sguardo diritto negli occhi, proprio come implorare un mio perdono, ma quello sguardo non riuscivo proprio a farlo entrare nel mio cuore.
    Mi disse che aveva litigato con i suoi, perchè avevano scoperto che fumava, mi disse che nell'ultimo periodo non le andava niente bene, e che per colpa dei suoi problemi aveva rovinato una bellissima amicizia.
    Alla fine mi chiese un consiglio su come comportarsi e su come reagire a questi piccoli ostacoli che la vita le metteva davanti.
    Anche se non volevo darle un consiglio non riuscii a fare a meno di dirle che non doveva preoccuparsi e che alla fine, tutto si sarebbe risolto, che non doveva accollarsi troppo anche i problemi degli altri, e che per la nostra amicizia non doveva preoccuparsi, perchè io nonostante tutto le voglio ancora bene.
    Alla fine scoppiammo entrambe in lacrime e con un solo abbraccio le feci capire che alla fine dei conti io le stavo sempre vicina e che l'avrei voluta sempre bene.

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  7. Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andata :ero semplicemente furiosa.
    Laura era diventata una nemica come poteva permettersi di svelare il mio grande segreto?Mi piace giocare a calcio. Ogni volta che mi vedono mi chiamano "Maschiaccio".
    Io non tollero questo soprannome e non voglio che mi chiamano così!!!!
    Sono andata a parlarne con mia madrea e ha detto devo mostrare a tutti che non sono un ragazzo ma,una ragazza con l'hobby del calcio.
    Il giorno dopo a scuola ho chiamato i miei amici e glio ho spiegato tutto dicendo che il calcio è solo un mio hobby , e loro mi hanno capito.
    Ora va tutto bene non mi chiamano più così e quando a volte giocano a pallone mi chiamano per farmi giocare anche a me e mi fanno anche molti complimenti dicendo che sono una grande giocatrice e sono una grande attacante !!!!

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  8. Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andato: ero semplicemente furioso. Non sapevo dove andare, ma andavo dritto per la mia strada pensando che prima o poi mi sarebbe venuto in mente un posticino per dormire. Ma l'indomani? Cosa avrei potuto mangiare? Il mio stomaco iniziava a brontolare perchè prima che iniziassi la discussione con i miei genitori ancora non mi ero seduto a tavola per cenare.
    Presi una sigaretta e me la ficcai in bocca. Che rabbia che mi venne: per queste sigarette avevo litigato con i miei. Mentre ero preso dai miei pensieri inciampai in una botola fissata a terra , era simile a un tombino: aveva una maniglia, pensai di aprirla, almeno di passare la notte lì e andare a casa appena fosse spuntato il sole. Quando l'aprii vidi una luce non molto lontana e mi precipitai nella botola andando verso quella luce. C'era un odore insopportabile e le pareti erano piene di roba gelatinosa verdastra. Mi stavo preoccupando perchè sciolavo mentre scendevo, ma come avrei fatto a risalire?
    Mi convinsi che avrei trovato sicuramente una soluzione l'indomani. Arrivai alla luce, sentii un grosso rumore, sentii un male cane alle orecchie e caddi a terra.
    Mi risvegliai sul divano di casa mia e vidi i miei genitori attorno a me e li abbracciai subito. Mi dissero che, prima di raggiungere la stanza da pranzo, ero caduto per le scale e avevo perso la ragione. Li abbracciai per una seconda volta.

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  9. Tommaso era molto alto, magrissimo, a volte poteva sembratùre un pò strano, ma era anche il mio migliore amico perchè aveva gran cuore. Lui era molto gentile con tutti, i suoi genitori erano molto soddisfatti di aver un figlio così, aveva sempre ottimi voti ecc.
    Un giorno lui mi aiutò in un problema serio, quello di non passare gli esami. Veniva ogni giorno a casa mia ad aiutarmi nello studio,facevamo i compiti, mi spiegava tutto quello che non capivo e mi faceva ripetere un'argomento fino a quando lo dicevo bene.
    La settimana dopo che era il giorno degli esami si fece interrogare per primo permettendo agli altri di ripetere. Lui riuscì a passare l'esame ma non credevo di potercela fare. Chiamarono il mio nome, ero preoccupato ma ce la feci e ringraziai il mio grande amico Tommaso.

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  10. Tommaso era molto alto, magrissimo, a volte poteva sembrare un pò strano, ma era anche il mio migliore amico.
    Adesso, non ci frequentiamo più, perchè Tommaso è andato a vivere a Milano. Ogni settimana, arrivano tre o quattro lettere da lui. Nelle lettere raccontiamo le nostre giornate, i sentimenti che abbiamo per qualche ragazza e gli eventi che succedono nella scuola, a casa...
    L'ultima lettera che mi ha inviato, diceva che suo nonno, non stava molto bene, perchè ultimamente aveva avuto un ictus.
    Stamattina, ho ricevuto un'altra lettera, diceva che non è niente di grave e che presto si rimetterà. Oltre a questo nella lettera diceva, che appena il nonno si sarebbe rimesso, sarebbero tornati qui a Napoli. Questa notizia mi ha fatto molto piacere, così finalmente potremo stare di nuovo insieme.



    Presutto Deborah

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  11. Tommaso era molto alto,magrissimo,a volte poteva sembrare un pò strano ma era anche il mio migliore amico,lui era molto simpatico e divertente,lui inventava sempre barzellette che facevano ridere,lui prendeva in giro i professori che gli dicevano che nella loro materia non studiava,ed erano molte. Tra di noi giocavamo e ci divertivamo nell'ora del professore di educazione fisica perchè facevamo partite di pallavolo e lui era sempre nella mia squadra. Io avevo tanti amici ,ma io avevo scelto lui in particolare perchè era sempre dalla mia parte se avevo torto o se avevo ragione . Lui era molto intelligente ma a scuola si applicava poco e pensava più a distrarsi ed a inventarsi nuove barzellette che a studiare,allora la professoressa lo invitava a stare zitto ma lui continuava a parlare per questo motivo la professoressa lo puniva sempre e gli faceva pulire tutti i cassini .Lui mi mancava moltoperchè le lezione senza di lui erano cosi noiose .Tommaso era stato espulso .Quella mattina lui era un pò arrabbiato perchè la mamma gli aveva detto che per il terzo trimestre non doveva avere nessuna insufficienza .Se lui avesse avuto solo un insufficienza la mama non lo avrebbe portato in villegiatura ma lo avrebbe iscritto a un corso di recupero estivo. Il preside deveva venire alle 10:30 e ci voleva interrogare di persona, il preside aveva visto Tommaso molto distratto e lo interrogò ma non sapeva niente, il preside aveva chiesto a Tommaso se aveva studiato , Tommaso non aveva risposto e il preside sospettò che Tommaso fosse impreparato , quando era uscito un attimo perchè un genitore desiderava parlare con lui,il professore aveva rimproverato Tommaso perchè non aveva studiato.Quando il preside era rientrato Tommaso ,molto arrabbiato gli aveva detto che era un fallito e che non toccava a lui interrogarlo e il preside lo aveva espulso.Io mi ratristii perchè avevo capito che ormai avrebbe lasciato la scuola e ance me.

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  12. Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andata:ero semplicemente furiosa dopo quello che era successo alla festa quando Carmen e Tania mostrarono le foto mie di Antonio, avevo paura di tornare a scuola, perchè tutti mi ridessero dietro e che mi vedessero in giro.Però dopo mi sono decisa e ho detto OK allora ci andrò, non importa che tutti mi ridano dietro mi devo fare forza e coraggio.Invece sono arrivata sotto al portone della scuola, le cose non andarono come avevo previsto, mi hanno fatto dei brutti scherzi come mettere la colla sulla sedia , in modo da farmi togliere i vestiti e venendomi dietro Carmen e Tania mi hanno rovesciato a dosso un secchio con le tempere.Questo però non fu molto gradito dal preside della scuola , che ci punì.Però dopo Carnem e Tania mi chiesero scusa.

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  13. Non pensai nemmeno a quello che sarebbe successo dopo che me ne fossi andato:ero semplicemente furioso.Mettermi gli occhiali...brhhhh!!!Il solo pensiero mi faceva rabbividire.Dopo la notizia mi passò la mia vita davanti,le conquiste fatte con il mio fascino,che ora veniva rovinato da un paio di stupidi occhiali.Ero furioso,dopo quella sceneggiata fatta a cena,i miei saranno arrabiatisimi.Quella notte non dormii,pensai:gli occhiali graduati...mmmhh,che potranno essere mai?Mi venne un'idea,mi alzai e mi misi a cercare su "GOOGLE" tutte le informazioni su lenti graduate,sopratutto sui modelli più alla moda e sugli attori che li portavano nella vita privata.La mattina dopo mi scusai con mia madre e le dissi che volevo andare dall'oculista.Tutto andò bene,mi misi un paio di occhiali dell'"ADIDAS".Il giorno dopo la ragazza più bella del liceo,Vanessa,mi disse che ero affascinante e le piacevo.Uaaaahhh!!!!!!Ero al settimo cielo!!!!!!!!Infatti dopo un pò ci fidanzammo e la nostra storia continua ancora.

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  14. Mi stupii che fosse venuta da me, la feci entrare. Volevo essere educata ma non gentile, le dissi di sedersi e aspettai che parlasse… ma non lo fece, a quel punto mi decisi io a parlare.
    - Perchè sei qui? - Le chiesi retoricamente.
    - Non lo so con esattezza, mi andava di fare un salto da queste parti.
    Era più strana del solito, in effetti, in quel'ultimo periodo, ogni volta che la vedevo era più strana della volta precedente. Non era così disinvolta come le altre volte, lo percepii dal suo sguardo, era diverso dal solito.
    - Vuoi che ti offra qualcosa? - Le chiesi gentilmente. Volevo solo essre un pò più fredda e diretta, ma non riuscivo ad essere così con lei. Era pur sempre la mia migliore amica.
    - No no, grazie lo stesso. - Mi rispose spensieratamente.
    Rimanemmo in silenzio per un bel pò prima che ricominciassimo ad aprire bocca, avevo da dirle tantissime cose, ma non sapevo da dove cominciare, alla fine continuai a restare in silenzio senza dire niente.
    Dopo quel silenzio così pieno di rumori, udii solo un suo sospiro.
    - Mi dispiace per ieri. - Cominciò... - Non ho sentito il cellulare, in questo periodo non riesco a sentire niente, neanche il mio cellulare che squilla. - disse. Era dispiaciuta veramente. Era anche stanca, ogni sua parola e frase portava con sè stanchezza e rimorso. Era stanca di non riuscire a dire quello che voleva, era stanca di restare in silenzio, aveva mille cose da dire, ma quella sua preoccupazione che tanto l'assilava riusciva, ogni volta, a trasformare quelle sue mille parole in un'unico grande silenzio.
    - Non preoccuparti. - Le risposi freddamente. - Ti va di andare a fare un giro? Ci farà bene fare due spassi. - Le dissi. Non riuscivo più a rimanere in quella stanza, mi sentivo opressa fra quelle quattro mura, volevo scoppiare, e stavo scoppiando... dentro. Anche lei non era a suo agio, lo notai subito.
    - Va bene. - Mi rispose. Penso che non voleva solo dirmi << Va bene. >>, ma non riuscì a dire nient'altro che quello.
    Anch'io continuavo a non dire niente di così importante, anzi, non dicevo proprio niente. Avevo un gran nodo in gola, e le parole non mi uscivano poerchè si fermavano in quel nodo che avevo in gola. Mi sentivo soffocare.
    Uscimmo di casa e cominciammo a camminare.
    Di nuovo quel silenzio di prima... non riuscivamo a dire niente, solo un sorriso, così senza saperlo, si marcava sul mio viso a intervalli frequenti. Ripensavo ai nostri momenti più stupidi, gliene avrei voluti ricordare un paio, ma non riuscii a fare neanche quello.
    Arrivammo alla spiaggetta in cui da piccole facevamo le pazze... non so come ci trovammo lì, sembrò proprio una cosa spontanea arrivare proprio in quel posto. In quella spiaggetta ci giurammo per la prima volta la nostra amicizia. Avevo una gran paura che quel poco che restava della nostra amicizia, in poco tempo, scomparisse.
    - Proprio in questa spiaggia ci promettemmo di restare sempre amiche. So che è inutile ricordartelo, ricorderai senz'altro meglio di me quei momenti, ma io ho così tanta voglia di pensarci, mi fa stare veramente bene pensarci. - La sua voce era fragile, però le sue parole per me contenevano tutta la forza di questo mondo. Era così strano parlarle, non so perchè penso che lo era, continuavo solo ad ascoltare quella sua voce tremolante.
    - Mi ricordo perfettamente quella promessa. - Le dissi.. cominciai inconsapevolmente a dirle cosa veramente mi preoccupava. - Io non ti capisco da un pò di tempo, perchè non riusciamo più ad essere come prima?!? Vorrei solo ricominciare ad essere la tua migliore amica, quella che c'è sempre quando ti serve e quando ne hai voglia. Dimmi che quella promessa che ci facemmo da piccole non si è sciolta e che continua a mantenersi forte tra noi due, che ci lega ancora come un filo trasparente, che non è sparita e che c'è ancora... Ti prego dimmi che è così. - Mi sembravo una stupida a dirle tutte quelle cose, forse ero veramente una stupida in quel momento.
    - Io non voglio perderti... - Mi rispose senza voce. Una lacrima marcava gli angoli dei suoi occhi, in quelle lacrime c'era tutta la sua sofferenza, io lo capii.
    Ci avicinammo l'una all'altra, e ci abbracciamo come da piccole, come quando qualcosa ci andava veramente come volevamo e per mostrare la nostra gioia ci abbracciavamo.

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